Sono circa 200.000 gli italiani che soffrono di celiachia e molti di essi sono bambini.

Ogni hanno questo numero cresce costantemente. Da cosa dipende questo boom di nuovi malati?

Quali sono i sintomi da non sottovalutare nei bambini e cosa bisogna fare per avere una diagnosi certa?
L’abbiamo chiesto al nostro Specialista allergologo pediatrico del Poliambulatorio Belvedere di Giulianova, il Dott. Maurizio Mennini Specialista in pediatria presso l’Operativa di Allergologia dell’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e specialista del Poliambulatorio Pediatrico Belvedere di Giulianova.

I. Dott. Mennini innanzitutto spieghiamo alle mamme che cos’è la celiachia e come mai negli ultimi anni c’è stato un boom di casi rispetto al passato, soprattutto nei bambini.

M. Salve, la celiachia o intolleranza al glutine è una malattia cronica in cui il sistema immunitario reagisce contro il glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo, nella segale e in altri cereali.

Quando una persona con celiachia assume glutine con la dieta, il suo sistema immunitario innesca un’infiammazione della mucosa dell’intestino che danneggia i villi, sottili proiezioni della mucosa intestinale che hanno la funzione di assorbire i nutrienti dal cibo.

Per quanto riguarda invece il “boom” negli ultimi anni di pazienti affetti da celiachia, in realtà è dovuta solo alla maggiore sensibilità diagnostica dei medici e all’attenzione ai sintomi da parte dei pazienti, che hanno portato a evidenziare molti più casi rispetto al passato.

I. Come si manifesta e quali sono i sintomi che possono far sospettare che un bambino sia celiaco?

M. Nei bambini, soprattutto nella fascia di età che va dai 6 ai 20 mesi, la celiachia si manifesta soprattutto con l’arresto della crescita e un calo del peso importante.

In entrambi in casi, si possono osservare alcuni sintomi come vomito, intestino irregolare, diarrea cronica, addome gonfio, feci non formate, maleodoranti, molto chiare quasi bianche, ma anche in alcuni casi stitichezza. I bambini possono anche diventare irritabili, perdere il sonno e allo stesso tempo possono stancarsi rapidamente.

I. É possibile prevenire la celiachia?

M. Purtroppo, attualmente non è possibile. Quello che però si può fare è effettuare una diagnosi precoce, quando il bambino non ancora manifesta sintomi o li manifesta in modo attenuato.

In ogni caso vanno effettuati degli esami del sangue per dimostrare o escludere la diagnosi di celiachia a tutte le persone “a rischio”, indipendentemente dalla presenza o meno di sintomi: i famigliari dei pazienti con diagnosi di celiachia, con deficit selettivo di IgA, con malattie autoimmuni (soprattutto diabete di tipo I e tiroidite autoimmune), con sindrome di Down, sindrome di Turner e sindrome di Williams.

I. Come si diagnostica la celiachia?

M. I criteri per la diagnosi sono stati rivisti e aggiornati recentemente dall’ESPGHAN (European Society Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition).

La diagnosi in età pediatrica viene generalmente fatta su base clinica e confermata dagli esami di laboratorio con il riscontro di valori elevati di anticorpi antitransglutaminasi di classe IgA (vanno sempre dosate anche le immunoglobuline IgA per essere sicuri che il test sia attendibile).

Se i livelli di antitransglutaminasi sono elevati, occorrerà un secondo prelievo per valutare anche la positività degli anticorpi antiendomisio e confermare l’aumento degli anticorpi antitransglutaminasi.

É molto importante ricordare che in questa fase, prima di completare l’iter diagnostico, NON va assolutamente eliminato il glutine dalla propria dieta, perché in assenza di diagnosi “certa” di celiachia è una decisione del tutto inappropriata perché sottraendo lo stimolo immunitario alla base della malattia, si impedisce anche una corretta valutazione della stessa attraverso i test specifici, portando quindi a sottovalutare l’effettivo impatto dell’ingestione di glutine sull’organismo.

I. Come si cura questa patologia?

M. Ad oggi l’unica cura esistente consiste nell’eliminare completamente e per tutta la vita, il glutine dalla propria dieta. L’eliminazione del glutine dall’alimentazione comporta una progressiva e completa guarigione della mucosa intestinale.

La dieta va proseguita a vita perché la reintroduzione del glutine comporterebbe la ripresa dello stato infiammatorio con danno della mucosa.

L’esclusione completa del glutine dalla dieta non è sempre di facile realizzazione anche perché i cereali che contengono glutine si ritrovano in numerosi prodotti alimentari e non. Ad esempio, possono contenere glutine alcuni farmaci da banco, alcuni rossetti, dentifrici e collutori nonché l’adesivo di alcuni francobolli e buste.

È quindi assolutamente indispensabile che il bambino venga seguito da un Centro specializzato con dietologi competenti in materia.

I. Vuole dare un consiglio ai genitori?

M. Sì, in questa patologia la diagnosi preventiva, soprattutto in età pediatrica è fondamentale per non pregiudicare la normale crescita del proprio bambino. Più a lungo il paziente intollerante ha assunto glutine e più è alta la possibilità che sviluppi delle malattie autoimmuni.

Inoltre, premesso che il glutine è un’importante fonte proteica per l’organismo, la sua eliminazione deve essere compensata con un apporto di proteine di diverso tipo con valore nutrizionale paragonabile.

Quindi per essere certi di garantire al bambino una dieta sana e bilanciata, NON è sufficiente sostituire la pasta con il riso o il pane e i biscotti con le corrispondenti versioni prive di glutine, ma è necessario predisporre con il pediatra o il nutrizionista un piano alimentare strutturato soddisfacente.

I. Si ringrazia il Dott. Mennini per la disponibilità.

Il C.V. dello Specialista – https://www.poliambulatoriobelvedere.com/allergologo-pediatrico/

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