La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale che si manifesta con una deformazione laterale accompagnata da una rotazione delle vertebre.

Per capirne di più sulla diagnosi e se esistono dei trattamenti per far fronte a questa patologia, abbiamo intervistato uno dei massimi esperti nel campo della chirurgia spinale, il Dott. Leonardo Oggiano, Dirigente Medico e specialista del Poliambulatorio Pediatrico Belvedere.

I. Dott. Oggiano nonostante la sua giovane età lei è uno dei massimi esperti italiani nel settore della chirurgia vertebrale in ambito pediatrico, può spiegare brevemente alle mamme che ci seguono, quali sono i segnali per capire se il proprio figlio o figlia ha la scoliosi?

O. Salve, innanzitutto occorre dire che ci sono tre tipologie di scoliosi:
– quella infantile che insorge tra 1 e 7 anni;
– quella giovanile che si manifesta tra 7 e 10 anni;
– quella dell’adolescenza, tra i 10 e i 15 anni.

La più comune è sicuramente quella adolescenziale, che riguarda più le bambine (tra gli 11 e i 12 anni) rispetto ai bambini (tra i 13 e i 14 anni ) in un rapporto di 4 a 1.
Per quanto riguarda i segnali, bisogna osservare se ad es. una delle due spalle sembra più alta dell’altra o quando gli abiti indossati non cadono dritti. Il ragazzo o la ragazza, può anche riferire un affaticamento alla regione lombare dopo essere stato a lungo seduto o in piedi nella stessa posizione. Se la scoliosi è già avanzata, possono manifestarsi anche dolori alla schiena di origine muscolare nelle aree da sforzo, per esempio, nel tratto lombosacrale.

I. Quali sono le caratteristiche tipiche di una scoliosi?

O. Le caratteristiche di una scoliosi sono quelle di una curvatura laterale, associata a rotazione vertebrale.
È proprio questa rotazione vertebrale a dare il classico segno scoliotico, il “gibbo”, una prominenza della parte scoliotica che può essere dorsale, lombare, oppure dorso-lombare, se siamo di fronte ad una doppia curva.
Di ogni paziente è necessario valutare l’età in cui si sottopone alla prima visita in rapporto alla pubertà, e i segni che emergono dalla prima radiografia.
Per valutare i risultati di questo primo esame diagnostico, si ricorre o al Test di Risser, che consente di stabilire il grado di sviluppo osseo (da 0 a 5) valutando l’ossificazione delle ali iliache, oppure attraverso una radiografia della mano (per rilevare la maturità ossea).

I. Come si tratta questa patologia?

O. Esistono diverse procedure per il trattamento della scoliosi e, ma non è detto che vi si debba ricorrere necessariamente.

– Una di queste è Il “trattamento con corsetto” riguarda scoliosi in età puberale, con segno di Risser quindi inferiore ai 3 gradi, che hanno possibilità di crescere tra i 20 e i 25, fino ai 45 gradi. La scelta del corsetto più adatto si deve basare sul cosiddetto “apice”, ovvero il punto di maggior curvatura della colonna vertebrale.
Generalmente l’utilizzo del corsetto deve essere continuativo nell’arco della giornata, per almeno 20-22 ore al giorno e può essere sostituito da altri nel tempo, in genere, dopo il cosiddetto “adattamento antropometrico”.

– Un’altra pratica correttiva della scoliosi idiopatica adolescenziale, è quella del busto in gesso, che viene ancora utilizzata spesso con buoni risultati.
Questo trattamento risulta essere molto utile in presenza di scoliosi che si presentano con valori molto marcati, tra i 30 e i 40 gradi. In questo caso il trattamento è continuativo, dal momento che, chiaramente, il busto in gesso non è rimuovibile.

I. Per concludere, un consiglio ai genitori?

O. I genitori ma anche la scuola e l’ambiente sportivo hanno un ruolo importante nella prevenzione perché possono segnalare posizioni scorrette o non spontanee del bambino o della ragazza, che possono costituire dei segnali di un atteggiamento posturale scorretto e che vanno approfonditi il più presto possibile con una visita ortopedica.

Il C.V. dello Specialista –  https://www.poliambulatoriobelvedere.com/ortopedico-pediatrico/

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